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"Comitato Anticorruzione Centrale"

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Avvocato anti corruzione salvato dall’estradizione

Sigal, legale ucraino era stato arrestato a Trento grazie a «web alloggiati» Il suo ritorno in patria poteva essere pericoloso: la Cassazione accoglie il ricorso

TRENTO. Per sei mesi e mezzo è stato in carcere a Spini con la concreta possibilità di essere estradato in Ucraina. Ma venerdì le porte della sua cella si sono aperte e, grazie ai suoi avvocati, i trentini Giuseppe Ghezzer ed Elena Ranieri e alla Cassazione, ha ritrovato la libertà. E la figlia di appena 18 giorni che non aveva mai visto. Si è chiusa nel migliore dei modi possibili l’odissea di Oleksii Sigal avvocato ucraino di 47 anni che per anni si è battuto, nel suo Paese, contro la corruzione. Una battaglia che – aveva spiegato – lo aveva messo al centro del mirino delle autorità militari di Kiev. Che nel 2014 lo coinvolgono in un processo per corruzione. Proprio lui che era stato anche presidente del comitato anticorruzione centrale ucraino viene accusato di essere l’intermediario tra un’azienda di sacchi a pelo e un generale dell’esercito ucraino: avrebbe portato una mazzetta a casa del generale, con tanto di timbro intestato dell’azienda, per far rifornire tutto il fronte est con quei sacchi a pelo. L’accusa però non regge. Due tribunali ucraini respingono più volte la richiesta di inchiesta preliminare nei confronti dell’avvocato. Che nel frattempo se ne va in Germania. La procura militare non molla e al quarto tentativo ottiene l’ordine coattivo di comparizione davanti al tribunale. Lui è all’estero, la richiesta passa quindi all’Interpol e Sigal diventa un ricercato internazionale. Dalla Germania passa all’Italia. E si ferma a Trento. È il maggio scorso. Si ferma in albergo per una notte e grazie al sistema «web alloggiati» la sua presenza viene segnalata alla questura. C’è un ordine d’arresto che viene eseguito. Pochi giorni dopo il presidente della Corte d’Appello di Trento convalida l’arresto. Da quel momento Sigal resta in prigione. Poi la sentenza dell’Appello di Trento che decide per l’estradizione. Nonostante la documentazione prodotta dalla difesa per dimostrare che in Ucraina i diritti civili non sarebbero stati garantiti all’avvocato Sigal e che c’era stata un chiara persecuzione nei suoi confronti. Gli avvocati della difesa non si arrendono e si rivolgono a questo punto alla Corte di Cassazione. In appoggio di Sigal viene presentata anche una lettera degli avvocati di Kiev e una di un parlamentare ucraino. Tutti ribadiscono quanto quell’uomo fosse stato importante per l’anticorruzione ucraina, prima del cambio di governo, e come il suo ritorno in patria lo avrebbe messo in serissimo pericolo di vita. E venerdì la sentenza che ha ridato la libertà per l’uomo. In Italia la richiesta di estradizione non ha più valore e lui è potuto andare a Porto Venere ad incontrare finalmente la moglie e la figlia appena nata.

Informazioni tratte da:

http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2016/11/20/news/avvocato-anti-corruzione-salvato-dall-estradizione-1.14445086